In merito alla Consulta della salute mentale

Che la Consulta dipartimentale per la salute mentale e le Dipendenze patologiche, istituita con Deliberazione della Direzione Generale della ASL di Frosinone, ai sensi delle disposizioni contenute nella DGR n. 143 del 3/2/1998, avesse cominciato in salita è fuor di dubbio, visto il lunghissimo tempo intercorso per istituirla a Frosinone, ma anche a seguito dell’adozione del Regolamento che ha visto un non richiesto protagonismo della Direzione stessa, senza alcun confronto con le associazioni costituenti. E con Il Regolamento, tra l’altro, che non contiene gli obiettivi!

Che l’istituzione faccia di tutto per operare senza critiche è assodato, soprattutto dalle ns parti dove si è abituati a fare poco per i cittadini e molto a nascondere  e favorire il “privato” ma è il ruolo delle associazioni, la cosiddetta società civile, che desta maggior preoccupazione.  Esse sono capaci a soccorrere, aiutare, sostenere, ma sono poco inclini a lottare per i diritti, a spingere “il pubblico” ad un ruolo attivo e presente, a sostenere la cittadinanza per diminuire gli ostacoli (handicap) per la integrazione. Tale è il cortocircuito che le associazioni si sono adoperate solo dopo che l’istituzione ha creato uno spazio di azione!

La Consulta, come tutte le consulte, debole per antonomasia, vista la  sua nascita dentro le mura dell’istituzione, ha pochi spazi di azione. Due elementi possono spingerla: il ruolo forte delle associazioni, e per forte si intende una riconosciuta identità anche critica nei confronti dell’istituzione, la personalità del presidente che appunto deve ergersi a forte difensore della comunità dalla presenza troppo insidiosa o troppo lontana della istituzione.

Non a caso i compiti stabiliti dalla Consulta regionale spingono proprio sul lato della cittadinanza: la partecipazione attiva; l’integrazione sociale; sul monitoraggio sulle strutture; sulla garanzia del diritto di cittadinanza; sul miglioramento dell’assistenza.

Lo stigma e la discriminazione sono in questo panorama gli ostacoli insormontabili che le persone che hanno problemi di salute mentale debbono affrontare. Eppure sono poche le famiglie che non hanno un problema connesso alla salute mentale! Ma quasi universali sono la vergogna e la “paura” che impediscono alle persone di essere riconosciute come cittadini.

Le istituzioni hanno responsabilità in questo che possono così essere riassunte:

  • quando l’assistenza non è adeguata sia in fase di cronicità sia in quelle di acuzie e di emergenza;
  • quando non è prevista la riabilitazione psicosociale continuativa, cioè abitativa, lavorativa e con servizi di supporto (cure e assistenza domiciliare);
  • quando sono ancora presenti luoghi della contenzione, privati e giudiziari;
  • quando non viene effettuato un buon lavoro di prevenzione e di diagnosi precoce in collaborazione con le scuole e con i medici di base, ascoltando e trovando concrete risposte ai bisogni;
  • quando non è limitato, cosciente e razionale l’uso degli psicofarmaci;
  • quando manca una campagna continuativa di lotta contro il pregiudizio;
  • quando resta sulla carta l’applicazione dei piani regionali di coinvolgimento di associazioni e famiglie.

La disabilità è un concetto in evoluzione ed è il risultato dell’interazione tra persone con minorazioni e barriere attitudinali ed ambientali, che impedisce la piena ed efficace partecipazione nella società su una base di parità con gli altri, (CONVENZIONE SUI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ).

Basta questa puntualizzazione per rovesciare la visione di “semplice aiuto” e rendere il ns operato pienamente attivo sul lato dei diritti per tutti e quindi soprattutto per coloro che sono più sensibili tra noi e quindi più indifesi.

Se la Consulta si adopera per promuovere, proteggere e assicurare il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro inerente dignità, solo allora l’azione acquisirà senso e avrà un peso positivo per la cittadinanza e per le istituzioni