Alvito, Atina, Fontechiari, luoghi di cultura

21 giugno i membri dell’associazione Oltre l’Occidente e i centri di salute mentale, le comunità, gli operatori, le famiglie, hanno visitato Alvito e il palazzo Galli, Atina e il museo archeologico, il cimitaro napoleonico di Fontechiari

Val di Comino

La valle di Comino è una valle situata in provincia di Frosinone,  a ridosso del Parco nazionale d’Abruzzo. Corrisponde grosso modo all’alto bacino idrografico del fiume Melfa, che l’attraversa sfociando nella valle del Liri attraverso una gola erosa nei calcari del monte Cairo. (Il tracciolino) Il nome risalirebbe alla città di Cominium, di cui Tito Livio narra la distruzione nel 293 a.C., durante la terza guerra sannitica.  Il nome è sempre sopravvissuto nell’uso popolare, e compare nella denominazione ufficiale della XIV comunità montana “Valle di Comino”.

Alvito

Venendo da Sora è il primo comune della Valle di Comino che domina dall’alto del castello. Ha avuto, nell’ottocento, una buona economia, fondata su una fiorente agricoltura. Si costruiscono  edifici signorili sul corso principale (come ad esempio i palazzi : Gallio ( sede del comune) Graziani e Sipari. Nascono nuove arterie stradali  e si istituiscono i servizi primari (Ospedale, Pretura, Liceo, Scuola d’agricoltura). Inizia, contemporaneamente, come in molti delle nostre località, un consistente flusso migratorio, specie nelle Americhe che vede il paese perdere molta della popolazione. Frequenti i terremoti. L’ultimo del 1984. Numerose la chiese ed i conventi: Il più importante è San Nicola del XVI secolo.

Atina

Arroccata su un colle, difficile da espugnare, viene definita da Virgilio “ATINA POTENS” anche grazie alle vicine miniere di ferro di Monte Meta, che l’hanno resa fin dall’antichità centro di grande interesse economico e militare. In tempi recenti si è sviluppata sul fiume Melfa dove sono nate attività economiche e commerciali.

E’ una delle 5 città dette saturnie perché fondate dal dio Saturno durante la felice età dell’oro. Si caratterizzano per la presenza di mura poligonali, dette anche ciclopiche.

E’ famoso il cabernet di Atina, vitigno importato dalla Francia, a metà dell’800 dalla famiglia Visocchi e che si è ben adattato al clima caldo e asciutto della valle.

Fontechiari

E’ ben conosciuto il c.d cimitero napoleonico, ben visibile tra Fontechiari e Casalvieri.  L’importanza dell’opera è dovuta al fatto che esso rappresenta l’unica applicazione in Italia dell’editto Napoleonico di Saint Cloud del 12 giugno 1804, ed esteso all’Italia il 5 settembre 1806, che definiva luoghi e modi per la costruzione dei cimiteri fuori dal centro urbano. Il decreto prevedeva che le tombe dovessero essere tutte uguali e contenere solo la scritta del nome e cognome del defunto. Ma qui la legge trovò una applicazione tutta nostrana. Per la gente normale c’erano le fosse comuni, peraltro proibite dall’editto, mentre le famiglie di rango ebbero la possibilità di costruire a proprie spese la cappella gentilizia.