Cosa dire dell’ennesima manifestazione contro ACEA svoltasi sabato mattina a Frosinone.
Un migliaio di persone soprattutto sopraggiunte dalla provincia profonda animate da anni da spirito di cambiamento nella gestione del servizio che pure il referendum nel 2011 sancì pubblico. Lasciamo alle parole di Francesco Notarcola l’analisi e la proposta di lotta.
A noi non rimane che sottolineare la cosa più evidente, l’assenza della grande massa della popolazione che fa fatica a stare dietro a bollette salatissime, che pure si rivolge agli sportelli locali, ma che non riesce ad essere mobilitata, nemmeno davanti ad una importante scadenza elettorale.
Le responsabilità sono tante e inizialmente è opportuno fare autocritica tra i soggetti che vorrebbero rappresentare la protesta. La mancanza di bandiere e striscioni di soggetti sociali e politici svuota la politica delle proprie responsabilità. Se qualcuno avesse dubbi su chi votare il 4 marzo non avrebbe potuto prendere coscienza ad esempio dalle forze presenti in piazza? Non è stato possibile anche se la passerella dei politici non è mancata.
Asportare la vicenda acqua dalla politica, di più, dalla difesa dei BENI COMUNI, non ha risolto il problema ma sembra sia andato complicandolo. Gli amministratori sfilano durante la manifestazione senza simbolo dei partiti che ne sostengono l’operato. Perché? I sindaci o chi per loro sono entità superiori ai partiti o amministrano senza la loro mediazione? Il sindaco di Frosinone in questo ha cavalcato alla grande questa contraddizione, senza prospettare un possibile e necessario cambiamento.
Sicuramente non è facile muoversi su terreni che la politica abbandona alla cosiddetta ‘società civile’ a cui va riconosciuto il coraggio di prendersene carico. Ma non possiamo nemmeno abiurare alla politica come elemento di mediazione, facendo così il gioco di chi vuole confondere le responsabilità e mettere sullo stesso piano partiti e candidati.
Ad ognuno le proprie responsabilità… ad ognuno il voto che merita.
