’68 La politica sulle ali della musica

Dopo i primi due incontri con Dirgo Protani e Viviana Vacca e l’altro con Carmine Pecci, in attesa il 30 giugno di Davide Fischanger che ci parlerà di Bob Dylan, sabato presso i locali dell’associazione Oltre l’Occidente Vincenzo martorella presenta:

LIFT EVERY VOICE AND SING: IL 68 È ADESSO!

I moti di Ferguson, Missouri, scoppiati dopo l’uccisione, da parte della polizia, di Mike Brown, un adolescente di colore, disarmato e inoffensivo, hanno acceso la miccia di una rivoluzione silenziosa, ma non per questo meno radicale. Prima di Mike Brown, e purtroppo anche dopo, i giovani afroamericani uccisi senza alcuna ragione dalla polizia riempiono una lista infinita: da Treyvon Martin a Eric Garner, da Philando Castile a Stephan Clark. I loro carnefici, invece, regolarmente assolti da ogni accusa.

Una lista – lunga e dolorosa litania di vite spezzate – la si può ascoltare, letta da una bambina, in un brano di Ambrose Akinmusire, uno dei jazzisti più influenti del nostro tempo. È un segnale forte, perché come il trombettista in molti sono i musicisti, di ogni stile e razza, a rivitalizzare una stagione, quella della lotta per i diritti civili, che sembrava essere stata anestetizzata dalle incarcerazioni di massa, dalla guerra alla droga condotta da molti inquilini della Casa Bianca, dalle politiche neoschiaviste della società statunitense. Al grido di #BlackLivesMatter il black power riafferma la sua forza e si prepara a una nuova, entusiasmante e dura, battaglia. La cui colonna sonora in questa chiacchierata proviamo a raccontare.

Vincenzo Martorella, frusinate d’adozione, insegna Storia del Jazz nei Conservatori di Sassari, Latina e Venezia, dopo aver insegnato in università italiane e straniere. Ha pubblicato sei libri (altri due ne sta scrivendo), scritto centinaia di articoli e saggi, tradotto, diretto riviste e festival jazz. È stato direttore editoriale di Arcana e ora dirige la neonata casa editrice Ottotipi.