La scomparsa di Paolo De Simone

La scomparsa di Paolo De Simone, avvocato, politico, sportivo, poeta.. ci fa tornare, anche a noi come Associazione, al tempo andato quando con Paolo incrociammo le nostre vicende politico/sociali.

Uno sbiadito ricordo ci sovviene nei primi anni ’90 a via del Plebiscito a Frosinone nella minuscola sede di Democrazia Proletaria abitata insieme ai mai dimenticati Franco Bianchi e Mauro Della Valle, anche loro dipartiti. Lo incrociammo come Rifondazione negli anni 1992 e 1993 nei camping sopra Prato di Campoli, dove l’allora gruppo di Amnesty International si cimentava ogni anno alla fine dell’estate in una “vacanza di riflessione”.

Le vicende politiche si incrociarono ancora come segretario di Rifondazione Provinciale e quando si collaborava sui temi che si sentivano comuni. Alcuni di noi fecero esperienze, senza successo, come candidati nelle file del partito. Finì con insanabili contrapposizioni.

Paolo De Simone è stata una figura importante nel panorama politico antagonista, prima con DP, di cui fu pure parlamentare, poi con PRC, poi con Rosso di sera… senza mai perdere la bussola del proprio posizionamento politico….Si faceva coinvolgere e coinvolgeva, era deciso e pratico, organizzatore e non aveva paura delle responsabilità, che si assumeva sempre fino in fondo. Lo faceva come padre, quando affrontò concretamente e rapidamente il futuro dei tre figli attraverso un impegno che appare, nella sua forma coscienziosa, raro tra i genitori; lo faceva come sportivo e come presidente della Ernica Basket che portò in serie C nel 2001, costruendo una squadra sulla passione della pallacanestro con un irrisorio impegno economico, mentre altri spendevano milioni di euro per dubbiose avventure economico/sportive; lo faceva appunto come politico quando organizzava la lotta con forte ideologia ma anche con diligenza e perseveranza, ben sapendo che i risultati arrivavano dopo gravose e continuative attività. Non arretrò davanti al crollo dei movimenti politici nazionali, ricreando nel suo paese, Veroli, con la forza delle idee una organizzazione politica civica che lo vide consigliere, mentre altri affannavano.

Non mancavano ovviamente contrasti. Anche con le persone più vicine. Forse con quelle alle quali aveva aperto una strada, insegnato a farsi largo, ad essere protagonisti. Ecco forse la dimensione competitiva appariva immediatamente escludente, come se Paolo avesse la percezione di perdita di qualcosa a cui aveva contribuito a far maturare.

E’ stato un nostro compagno di strada, forse come noi siamo stati suoi compagni di strada. Non lo dimentichiamo, anzi prenderemo atto di ciò che ha detto e ha fatto, passionalmente e anche a muso duro, cercando di non perdere quel fine di difesa del bene comune che Paolo De Simone in ogni modo perseguiva.