LO STATO DELL’ARTE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

Dal 7 marzo che siamo rinchiusi nelle ns tiepide case  ad attendere che qualcuno ci liberi, che ci ridia il via per continuare le ns esistenze dimenticando velocemente quello che è accaduto.

Stessa speranza di chi ci governa che chiude gli occhi davanti ad un problema e vuole riaprirli dopo che è passato senza comprendere perché ciò si sia generato e cosa comporta.  Logica del pensiero unico che pensa ovviamente che non ci siano altri modi che non lo mettano in discussione.

I poveri sudditi dell’impero non hanno d’altronde strumenti di comprensione, intendendo strumenti di comprensione quelli che ti danno la possibilità di ragionare per un tempo e uno spazio definibile e alla portata. Cioè siamo proiettati su una dimensione globale e non abbiamo quindi strumenti di decodificazione reali ma solo proiezioni che il mondo massmediatico ci rappresenta. Faccio un esempio che mi ha colpito: se non avessimo saputo di Wuhan non avremmo reagito probabilmente così, ma trovato un altro modo, più nostrano, forse non adatto, ma maggiormente gestibile.

Debelliamo il male velocemente e con decisione…. Questa ‘pragmaticità’ l’abbiamo adoperata all’indomani dell’11 settembre per eradicare il male del terrorismo con la guerra; l’abbiamo adoperata, ci racconta Basaglia, per mettere al sicuro la società sana dai pazzi; ce la ripetiamo ogni giorno quando buttiamo i rifiuti che crediamo che siano differenziati ma poi ce li ritroviamo nei mari, nei fiumi, … nei paesi più poveri…

Ogni giorno di più le contraddizioni che noi apriamo con la ns shock-economy non trovano spazio per essere elaborate: il neoliberismo con i sacerdoti della tecnoscienza non si volta mai indietro va sempre avanti, succeda quel che succeda. E’, appunto, il pensiero unico.

LO STATO DELL’ARTE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

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Pandemia e cambiamenti climatici (a cura di Marina Kovari)

Marina-Kovari_Cambiamenti-climatici-pandemie-e-rigenerazione-sociale-20-aprile-2020

L’audio parte dalla slide 8