Atina, presentazione del libro “Realtà identitarie smarrite”

Torna la presentazione del libro “Realtà identitarie smarrite” edito da Oltre l’Occidente, curato da Paolo Iafrate e scritto da Annamaria Mariani con la supervisione del prof. Francesco Pompeo.

La Amministrazione Provinciale, rappresentata dal delegato alla cultura Luigi Vacana, e il Comune di Atina attraverso il sindaco Pietro Volante, nella città di Atina presso l’Acadèmie Vitti alle ore 18 del 10/11 p.v., introdurranno la serata, dove interverranno oltre all’autrice anche Biagio Cacciola, Luigi TUllio e Valentina Lilla direttrice del Museo locale.

“Questo lavoro è nato nei primi mesi del 2018 con l‟idea di riavviare la riflessione sui processi di trasformazione socio-culturale della Ciociaria […]. L‟oggetto dell‟indagine si delinea come un‟analisi di una identità in viaggio tra passato, presente e futuro. Chi è stato in passato l‟abitante della Ciociaria, come è diventato oggi? Come si viveva qui in passato e come vi si vive oggi?
Nella storia del territorio le identità di volta in volta hanno assunto configurazioni sempre nuove senza
spogliarsi definitivamente delle precedenti: prima colono, successivamente metal-mezzadro e operaio, oggi “il
ciociaro”, come ogni cittadino del mondo globale, è travolto dalla cultura del consumo acritico che si rivela
elemento de-strutturante la relazione umana.
La vicenda storica della Ciociaria si è definita attraverso la povertà e lo sfruttamento della classe contadina che soltanto negli anni successivi al secondo conflitto mondiale ha riscattato la propria libertà, quando le leggi del 1963 e del 1966 consentirono l‟acquisto in proprietà delle terre. Secolari relazioni di subalternità hanno delineato una identità passiva del contadino ed una cultura caratterizzata da una forte resistenza al cambiamento. L‟avvento dell‟industria intorno agli anni Cinquanta con l‟intervento della Cassa del Mezzogiorno ha avviato una nuova fase economica con modificazioni sociali, urbanistiche e demografiche. I
contadini assunsero la nuova identità operaia senza mai farla propria completamente: abbandonarono la terra, ancora simbolo di povertà, per scegliere il lavoro in fabbrica che offriva salari sicuri. I nuovi contadini-operai, cosiddetti metal-mezzadri, continuarono a coltivare le terre per l‟autoconsumo familiare ed in esse reinvestirono il salario di fabbrica, comprando trattori, sementi, pagando i prezzi dei riscatti e trasformando le case coloniche in dignitose case di campagna.
L‟originalità di questa ricerca consiste nell‟essere impostata come una raccolta di materiali storicobiografici,
a partire da una serie di interviste, con brevi testi descrittivi, fino a storie di vita di personaggi che hanno contribuito al processo di trasformazione del territorio attraverso le loro vicende, la loro attività lavorativa, l‟attivismo politico e sindacale, le produzioni culturali. I racconti contribuiscono a recuperare memorie e riferimenti, a farci rivivere le esperienze raccontate come nostre in quanto legate al nostro orizzonte storico-culturale; infine attraverso gli stessi racconti è possibile toccare con mano la nostra storia come un qualcosa che non si legge freddamente ma che viene condivisa, ripercorsa attraverso voci conosciute.
Le diverse figure di emigrati, contadini, operai, metal-mezzadri, sindacalisti e politici, rifondano, ricostruiscono o anche, in alcuni casi, demoliscono il senso tradizionalmente attribuito agli eventi. Notarcola Francesco è il personaggio che traccia una linea continua nelle storie particolari: militando all‟interno del PCI e del sindacato CGIL, interpreta in un primo momento il desiderio e la speranza di un nuovo inizio sentito da tanti giovani ciociari nell‟immediato dopoguerra, successivamente la forza della emancipazione dei contadini e la crescita della classe sociale operaia ed infine la decadenza ed il crollo di tutte quelle che con lo sguardo di oggi possiamo definire “le illusioni di un cambiamento”. Tratto dall’introduzione al testo