Gavignano, presentazione del libro “Realtà identitarie smarrite”

La presentazione del libro “Realtà identitarie smarrite” edito da Oltre l’Occidente, curato da Paolo Iafrate e scritto da Annamaria Mariani con la supervisione del prof. Francesco Pompeo sbarca a Gavignano al museo della Civiltà COntadina il 18 novembre alle ore 16.30. Introduce Severo Lutrario e intervengono Annamaria Mariani e Francesco Pompeo. Marco Francesco palazzi al pianoforte e Flavia Maria Palazzi introdurranno la serata musicalmente.

Il rapporto dare-avere tra contadino e padrone era registrato in due quaderni, uno del mezzadro e l‟altro del padrone; alla fine di ogni anno si dovevano chiudere i conti colonici con questi quaderni e anche quando il contadino pensava di stare in attivo il padrone contestava le sue richieste. Le cause si facevano anche e soprattutto per le divisioni dei prodotti ed i quaderni erano la prova dei diritti dei contadini».

Non fu certo facile per Francesco Notarcola guidare le lotte per il riscatto delle terre tra le resistenze dei proprietari e quelle degli stessi contadini in alcuni casi diffidenti e timorosi di schierarsi contro chi fino a quel momento aveva garantito loro di sfamarsi: «Le lotte per l‟affrancazione della terra, già avviate prima degli anni cinquanta, si incrociarono in Ciociaria con le lotte per il lavoro e per la ricostruzione nel dopoguerra. Mi avvicinai al mondo contadino negli anni cinquanta quando iniziarono gli scioperi al rovescio nei paesi del Sud della Ciociaria. Povertà e miseria erano nei centri urbani come nelle campagne. Tutte le sere si tenevano le assemblee con i contadini che erano in minoranza coltivatori diretti e in maggioranza mezzadri, coloni e braccianti senza terra e senza lavoro. Conoscevo le zone in cui facevamo riunioni con i contadini contrada per contrada. I campi di azione del partito comunista erano i centri operai già esistenti ad Atina, Isola del Liri, Sora, Ceprano e Ceccano e le campagne delle zone del Nord della Ciociaria; il nostro motto era “la terra a chi la lavora” per l‟affrancazione delle terre. Uno dei protagonisti principali della storia contadina in Ciociaria fu il marchese Campanari Alessandro, padre di Danilo e di Gianni; di origini russe da parte di madre, con una mentalità già a quei tempi aperta e capace di ben prevedere il futuro corso della storia, appena tornò a Veroli dalla Russia distribuì tutte le sue terre in proprietà ai contadini. Diventò un dirigente del Pci e Sindaco di Veroli, il suo paese, dove ancora si può vedere nel centro storico l‟antico palazzo di famiglia, e contribuì insieme ad altre figure di rilievo a portare avanti questa battaglia che si concluse con la legge per i riscatti delle terre. Alla legge fece seguito il ricorso alla Corte Costituzionale da parte dei proprietari delle terre con cui si contestavano i criteri in essa fissati: secondo i proprietari i criteri contestati consentivano il calcolo di un riscatto troppo basso ed irrisorio. Contro il ricorso vinsero i rappresentanti delle Leghe contadine. Festeggiammo la sentenza favorevole della Corte costituzionale in tutti i centri della provincia e in particolare alla “Lucca”, una contrada di Monte San Giovanni Campano, con comizio e brindisi.

Nella zona Sud della Ciociaria le lotte furono dirette contro la mezzadria, contratto predominante a Roccasecca, Ceprano, Pontecorvo, Aquino, Castrocielo, San Giorgio a Liri, meno diffuso a Pignataro e ad Esperia. Qui i contadini furono lenti a reagire poiché legati fortemente alla terra di cui avevano bisogno per la sopravvivenza, anche se lavorata in condizioni feudali; facemmo sforzi enormi perché un movimento in cui la partecipazione avrebbe dovuto portare alla fine della mezzadria stentava a decollare. La lotta sicuramente era più facile nella zona Nord: i comuni confinanti con Roma, come Paliano, Piglio e Serrone manifestarono solidarietà anche con i contadini di Roma contro il latifondo della Chiesa e contro i latifondisti dell‟Agro romano. Più a Sud ci fu un risveglio solo quando il Prefetto di Frosinone emise un decreto di esproprio per l‟insediamento della Fiat a Cassino. Allora ero presidente dell‟Alleanza Contadini e riuscimmo ad ottenere l‟impegno dei dirigenti Fiat all‟assunzione dei contadini in cambio della cessione delle terre su cui doveva essere edificata l‟azienda.

Tre podcast tratti dal libro di Annamaria Mariani

Coloni e mezzadri in Ciociaria

Sviluppo industriale e il metalmezzadro

Cassino Arriva la FIAT