Profitto o salute? Sintesi della giornata

Si  è conclusa positivamente l’incontro PROFITTO o SALUTE? svoltosi alla sala teatro della ASL di Frosinone, venerdì 5 febbraio.

Un incontro informativo e chiarificatore delle varie posizioni in campo ambientalistico e non solo, che ha visto presenti Legambiente, Medici di Famiglia, Frosinone Bella e Brutta, Oltre l’Occidente, Rigenerare Frosinone, oltre agli organizzatori Cittadinanzattiva Tribunale per i Diritti del Malato

L’evento,  svoltosi  in presenza dopo tanti mesi di chiusura e di piattaforme digitali, ha registrato una buona partecipazione di pubblico.

Francesco  Notarcola, in qualità di esponente dell’associazione organizzatrice,  rimarcava quest’aspetto come uno dei più importanti della serata, poiché, strigliando la platea, sottolineava la necessità di non farsi assorbire dal momento pandemico derogando alla fondamentale prerogativa  della partecipazione democratica.  Temi  che non possono certo essere messi da parte in attesa di giorni migliori.

All’incontro, cui erano stati invitati, i sindaci della provincia, i vertici dell’Asi  e della Asl, oltre che ai parlamentari eletti nel nostro territorio , ha risposto, attraverso un video inviato ai presenti, solo  la deputata del M5S, On. Ilaria Fontana, la quale ha sottolineato l’importanza delle associazioni e dei singoli cittadini nel costituirsi controllori e attori nella pianificazione ambientale della  Provincia , e ha assicurato piena collaborazione, con gli enti associativi per una riqualificazione sostenibile del nostro territorio.

Gli interventi hanno toccato tre punti fondamentali, non necessariamente in contrapposizione tra loro ma sicuramente con premesse diverse. Luciano Bragaglia per Frosinone Bella e Brutta e Giovanbattista Martino dei Medici di famiglia per l’ambiente hanno espresso le loro perplessità  sui biodigestori,  sia per l’enorme portata di rifiuti che potranno trattare (solo l’umido provinciale è meno del 10% della capacità di trattamento necessaria ad alimentare   i biodigestori proposti per la provincia di Frosinone), sia per l’aspetto ambientale e per le pm2,5 che presentano un problema ancor più complicato in una realtà come quella di Frosinone dove l’inquinamento da polveri sottili è da anni alle stelle.

Stefano Ceccarelli di Legambiente ha ribadito la necessità comunque di rendersi conto che l’umido va smaltito e va smaltito assumendosi la responsabilità di farlo qui e non esportandolo nel nord Italia. Inoltre, ha sottolineato Ceccarelli, dobbiamo affrontare con decisione la questione cercando di entrare nella fase di decarbonizzazione in maniera rapida e decisa.

L’intervento di Simone Campioni ha introdotto il tema dei controlli chimici preventivi tenendo conto degli scarti industriali, non solo del biodigestore,  ma anche degli insediamenti  limitrofi, per verificare che effettivamente la loro miscelazione non provochi  danni. E ha sollevato la necessità di  un  controllo economico e finanziario accurato sulla  gestione per essere sicuri che dietro non ci sia attività criminale come già successo.

Paolo Iafrate (Oltre l’Occidente) e Luciano Granieri (Rigenerare Frosinone) hanno evidenziato  in maniere più spinta il contrasto tra benessere della comunità e profitto, ribandendo che l’inseguimento del PIL, soprattutto nel campo ambientale, non può sussistere, anzi si oppone, alla salute e ad un futuro ecosostenibile.

Le esperienze di privatizzazione del ciclo dei rifiuti, della raccolta e dello smaltimento, hanno ceduto alle logiche di  mercato bisogni e problematiche delicatissime, i cui risultati,, non sono solo deludenti, ma finalizzati ad uno scopo diverso dall’ottenimento del  benessere della comunità.

Le tragicomiche vicende legate  ai rifiuti del Capoluogo sono lì a testimoniare l’incapacità, ma anche la furbizia, la protervia, la violenza della gestione privata del bene pubblico per eccellenza,  cioè il nostro futuro ambientale.

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